PERCHÉ
DIGERIRE IL LATTE NON È SEMPRE FACILE?
Per
essere correttamente assimilato, il latte necessita di particolari
enzimi preposti alla scissione delle proteine, zuccheri e grassi di
cui è composto. Nell’uomo l’enzima necessario alla digestione
dello zucchero lattosio, la lattasi,
viene prodotto attivamente nei neonati lattanti e continua a essere
sintetizzato anche nell’età adulta nei Nordeuropei, in certe tribù
Africane e in alcune popolazioni Mediterranee, mentre nella maggior
parte degli altri gruppi etnici la sua produzione può ridursi di
molto fino a cessare. Ecco perché alcuni individui diventano
intolleranti al lattosio.
I
SINTOMI DA INTOLLERANZA AL LATTOSIO
I
casi gravi di intolleranza al lattosio dipendono dunque dall’assenza
dell’enzima lattasi: si caratterizzano per disturbi molto
fastidiosi quali:
-
gonfiore
e crampi addominali;
-
diarrea;
-
meteorismo;
-
cefalee;
Questo
tipo di sintomi costringono a interrompere del tutto l’assunzione
di latte e latticini. Molto spesso, però, le lievi intolleranze sono
correlabili al fatto che da tempo non si assumono latticini e quindi
si
è persa la capacità di “digerirli” perché
non si produce più sufficiente lattasi. Ecco quindi che per
rimettere l’organismo nella condizione di produrre l’enzima
potrebbe essere utile introdurre piccole
dosi “omeopatiche” giornaliere di latte aumentandole
gradualmente: dopo qualche settimana di re-introduzione graduale,
l’organismo può riabituarsi al latte facendo scomparire
l’intolleranza.
COSA
FARE QUANDO NON SI DIGERISCE IL LATTE?
Per
chi soffre di lieve intolleranza al lattosio ma non riesce a
superarla con il metodo della re-introduzione graduale potrebbe
essere utile ricorrere all’uso di integratori
alimentari addizionati di enzima lattasi che
potenziano la fisiologica capacità di digerire il lattosio. Per chi
non vuole rinunciare al latte, è possibile:
-
assumere
latte biologico o proveniente da aziende di cui sia
possibile monitorare la qualità, per evitare di ritrovare al suo
interno tutti gli antibiotici comunemente somministrati alle mucche
degli allevamenti intensivi;
-
scegliere
latte
intero,pastorizzato
fresco e non
sterilizzato con metodo UHT;
-
intordurre
anche latte proveniente da altri mammiferi oltre alla mucca come
quello:
-
di
capra,
gustoso e molto digeribile prodotto da animali
alimentati in modo sano e naturale
-
di
bufala,
il più ricco in proteine nobili o complete;
-
di
asina,
dalla composizione molto simile al latte materno e per questo
utilizzato anche nei reparti pediatrici di molti ospedali per
nutrire i neonati;
-
non
mescolare latte e caffè;
-
berlo
a temperatura
ambiente, mai troppo freddo e neppure dopo averlo fatto
bollire;
-
evitare il latte
in polvere, in quanto povero di sostanze
nutrizionali, e il latte
condensato in genere eccessivamente dolcificato.
LIMITIAMO
LA PERDITA DI CALCIO
I
mass media, le campagne pubblicitarie e spesso gli stessi medici ci
portano a credere che il latte sia la più importante fonte
alimentare di calcio, minerale necessario per il corretto processo di
“modellamento” dell’osso nell’età dello sviluppo e di
“rimodellamento” dello scheletro in età adulta e durante la
vecchiaia. Studi recenti hanno però paradossalmente evidenziato che
l’assunzione
elevata di
calcio, soprattutto attraverso latte, latticini o integratori non
solo non
ha migliorato la struttura ossea degli occidentali ma
anzi li ha maggiormente predisposti
a fratture ossee e a cattiva dentizione.
Il tutto sembra dipendere da un mix di fattori genetici,
comportamentali e dietetici che contribuiscono a inibire
l’assimilazione e mineralizzazione del calcio alimentare a livello
scheletrico aumentandone invece l’ escrezione a livello urinario.
Ecco quindi quali accorgimenti dobbiamo adottare per aumentare
l’assorbimento e ridurre la perdita di calcio dall’organismo:
-
manteniamo
una flora
probiotica vitale in
quanto i lattobacilli
acidofili favoriscono
l’assorbimento di calcio
-
associamo
alcune gocce
di limone agli alimenti ricchi di calcio in quanto
la vitamina C ne favorisce l’assorbimento
-
portiamo
in tavola fonti
diversificate di calcio: semi oleosi, frutta secca
come i fichi o l’uvetta passa, acciughe e calamari, legumi, cardi
e carciofi, cavoli e broccoli
-
evitiamo
un’alimentazione
eccessivamente acidificante ricca di farine e
cereali raffinati, zuccheri, carni e formaggi stagionati, in quanto
contribuisce progressivamente a depauperare l’osso di calcio
-
evitiamo
l’eccesso di sale,
alcol e tabacco
-
riduciamo
la sedentarietà
-
evitiamo
di assumere integratori
di calcio se la nostra dieta non è sufficientemente
alcalina e quindi ricca di frutta e verdura perché non solo non ne
trarrà beneficio il nostro scheletro ma ne risentiranno le nostre
arterie in cui il calcio eccedente tenderà a depositarsi.
Fonte
https://www.pegaso.eu/2018/01/18/quando-non-riesci-a-digerire-il-latte/